«Il 25-30% degli ictus giovanili ha cause poco note» dicono gli esperti al Convegno “Stroke: update nella provincia di Frosinone” appena concluso a Frosinone. «La prevenzione richiede che i medici dedichino tempo all’anamnesi per intercettare i fattori di rischio più rari.»
A dirlo la dott.ssa Antonia Nucera, Neurologa Responsabile del Centro malattie rare Neurologia ASMN di Reggio Emilia e La Spezia e Presidente dell’Associazione Alice (Associazione Lotta Ictus Cerebrale) di Reggio Emilia ed Emilia Romagna, intervenuta al convegno organizzato da Elformcon la direzione scientifica del dott. Maurizio Plocco, Responsabile dell’Unità Trattamento Neurovascolare, DEA ASL Frosinone, PO Unificato Frosinone Alatri, e presieduto dal dott. Ettore Urbano, Direttore DEA ASL Frosinone.
Ictus nei giovani: incidenza 2 volte maggiore della Sclerosi Multipla
«Conosciamo le principali cause di ictus, ma nel 30% degli ictus non conosciamo o meglio non cerchiamo le cause – sottolinea l’esperta durante il convegno. – Nel 15% dei casi, l’ictus colpisce persone giovani con un’incidenza maggiore di più del doppio rispetto alla sclerosi multipla. Tra le cause più importanti di ictus ischemico conosciamo la trombosi, la stenosi delle carotidi, e la fibrillazione, quest’ultima responsabile del più devastante degli ictus perché gli esiti sono i più invalidanti. Sebbene il 16% dei pazienti giovani colpiti da ictus sopravviva, e il 55% sia in grado di riprendere la propria attività lavorativa – continua la neurologa – le cause dell’ictus giovanile sono ancora poco note. In generale, possiamo dire che la patologia degenerativa aterosclerotica dei piccoli e grossi vasi può comparire già dai 35 anni e per questo motivo è importante la prevenzione soprattutto in presenza di fattori di rischio noti tra cui abitudine al fumo di sigaretta e familiarità per ictus.»
Ictus: patologia degli anziani? Ecco 14 cause di ictus giovanile
Moltissime sono le patologie rare individuate tra le cause di ictus giovanile che il medico dovrebbe riuscire a “intercettare” grazie a un’accurata anamnesi. Tra le varie patologie rare si trovano:
Anemia a cellule falciforme: patologia piuttosto rara, colpisce soprattutto i bambini di pelle nera, soprattutto in soggetti omozigoti, che hanno un rischio maggiore di sviluppare ictus 200-400 volte rispetto ai controlli
Sindrome da anticorpi anti-fosfolipidi (APS): patologia più frequente, è responsabile di patologia venosa e arteriosa con aborti ricorrenti. Pertanto, va ricercata nelle donne (anamnesi): questa patologia può essere primaria o associata a collagenopatie autoimmuni e rappresenta il principale meccanismo delle complicanze cerebrovascolari.
Malattia di Moyamoya (termine giapponese che significa “nuvola di fumo”): rara malattia cerebrovascolare, è vista più spesso dai neuroradiologi che non dai neurologi perché dalle immagini di RMN o di angiografie si vedono dei vasi “sfumati” a causa di occlusioni spontanee delle arterie precerebrali che interessano i vasi maggiori. La carotide, quindi, si presenta alla diagnostica per immagini come “sfocata”, come se il vaso fosse, appunto, avvolto in una nuvola di fumo.
Dissecazione dei vasi aortici: patologia molto frequente nei giovani, richiede attenzione soprattutto in quei casi di giovani che si presentano al pronto soccorso con sintomi quali cervicobrachialgia, cefalea. Il sospetto clinico deve essere rafforzato se nell’anamnesi, sempre importantissima nella prevenzione dell’ictus giovanile, ci sono traumi o microtraumi ripetuti; tuttavia, potrebbe non essere sempre associata a traumi soprattutto in presenza di dissecazione spontanea del vaso.
Malattia di Fabry: tra tutte le malattie metaboliche, nel nostro centro stiamo cercando di migliorare la conoscenza di questa malattia, perché tra le tante patologie rare questa ha una terapia. Caratterizzata dalla mancanza di un enzima chiamato alfa-galattosidasi che determina l’accumulo di alcune sostanze quali globotriaosilceramide (Gb3) a livello di vari organi, la malattia di Fabry è multisistemica: colpendo reni, cuore, pelle e cervello, la diagnosi avviene spesso dopo vari anni, dopo che il paziente ha affrontato, spesso, iter diagnostici molto lunghi con diversi specialisti, perché il medico fatica ad avere una visione d’insieme.
Omocisteinuria: dovuta all’accumulo di omocisteina come risultato del suo alterato metabolismo, comporta un notevole aumento dei valori ematici di omocisteina.
Malattie mitocondriali: abbastanza rare, hanno una prevalenza nell’ictus con percentuale variabile dello 0,8% nelle donne e nei giovani di età compresa tra 15 e 45 anni.
Encefalopatia metabolica: associata a cefalea, crisi epilettiche e riscontro di lesioni corticali nei distretti posteriori del cervello, deve far pensare a rischio di ictus nei giovani. Le immagini della risonanza non aiutano a fare diagnosi perché sono molto simili a quelle presenti in tutte le patologie metaboliche; tuttavia, in presenza di questi segni, è importante cercare questa patologia per prevenire l’ictus giovanile.
Leucoencefalopatia sottocorticale diffusa: patologia autosomica dominante, va ricercata in tutti quei casi di demenze familiari in cui non abbiamo una chiara diagnosi che si tratti di Alzheimer o demenza vascolare. Alla RMN si notano lesioni della sostanza bianca nel lobo temporale che possono far pensare a una storia di emicrania o a una demenza iniziale in età molto giovanile. Ovviamente, si tratta di malattie rare ma è importante fare diagnosi anche per i familiari. Pertanto, una volta riscontrata, pur non essendoci una terapia specifica, può essere trattata con aspirina.
Malattie del collagene: molto importanti, basti pensare ai casi di rottura dell’aorta o aneurismi dell’aorta. Si tratta di malattie del collagene che conseguono ad alterazioni strutturali e morfofunzionali delle proteine che costituiscono la matrice extracellulare del tessuto connettivo. Nei pazienti che ne sono affetti, il tessuto connettivo è più debole per cui possono andare incontro ad aneurismi e dissecazioni.
Tra le cause più rare: neurofibromatosi di tipo 1, pseudoxantoma elastico, osteogenesi imperfetta, ovvero malattia autosomica dominante caratterizzata da fragilità ossea, fratture, deformità scheletriche e deformazione dentaria.
HIV: fattore di rischio per ictus anche in età pediatrica.
Uso di droghe: l’uso di droghe come acidi e anfetamine, soprattutto le nuove droghe sintetiche, provocano danni encefalici terribili nei giovani. In questo caso è importante l’educazione al rischio. Nei pazienti con rischio criptogenetico sia ischemico che emorragico dobbiamo indagare sull’abuso di sostanze sia con test sul sangue sia sulle urine.
Trombosi venosa: abbastanza frequente nelle giovani donne fumatrici con problemi di trombofilie e che fanno uso di pillola contraccettiva. Discordanti sono i pareri sull’aumentato rischio trombotico dovuto alla pillola; tuttavia, l’assunzione della pillola contraccettiva, in associazione a difetti della coagulazione e abitudine al fumo di sigaretta, aumenta il rischio di ictus.
Conclusioni: la prevenzione dell’ictus passa per l’educazione al rischio
«Sono tante le cause di ictus nei giovani – continua la dott.ssa Antonia Nucera. – Purtroppo, i dati ci fanno prevedere che, in futuro, l’incidenza di ictus nei giovani aumenterà. Per evitarlo è necessario l’impegno dei medici per intervenire sugli stili di vita errati dei pazienti, sull’alimentazione e l’abitudine al fumo di sigaretta, in particolare. Quando vediamo un paziente, l’anamnesi è importante, per capire anche la storia familiare e indirizzare i pazienti verso il giusto trattamento. E in merito all’educazione ai pazienti sui fattori di rischio – conclude l’esperta – anche a Frosinone abbiamo fondato la fondazione ALICE per la lotta contro l’ictus con l’obiettivo di informare la popolazione sia al riconoscimento dei segni di ictus sia a uno stile adeguato per evitare i fattori di rischio noti dell’ictus. Perché l’ictus è curabile e in parte prevedibile.»