“Tutto ciò che è nella mente si trova in una sorta di limbo. Non muore più. In quel deserto fatto di un miliardo di neuroni, i singoli ricordi vengono semplicemente trasportati avanti e indietro, deposti, raccolti e di nuovo lasciati cadere (…) . Se ne possono solo rinvenire i frammenti, e gridare, disperati, perché quei frammenti una volta eravamo noi”.
Loren Eiseley
All the Stragne Hours
È sorprendente come una storia, la propria storia possa sembrare pericolosa a chi potrebbe raccontarla. La persona può avere l’impressione che se racconta la propria storia potrebbe esplodere, scoppiando in un pianto a dirotto, gridando a squarciagola o comunque esponendosi in modo inopportuno. Quando si avverte questo rischio, le storie possono restare celate, a meno che non si trovi una buona, creativa modalità e soprattutto empatica per estrarre quelle giuste. (da “Ogni vita merita un romanzo”. Quando raccontarsi è terapia).
In questi giorni di tempo dilatato, di noia o di operosità, di nuove consapevolezze o riscoperta di proprie capacità (culinarie e non), ho potuto dedicare maggior tempo ad una delle mie passioni, la lettura, e mi sono imbattuto nuovamente in questo stupendo libro.
Il Dr Bessel van der Kolk in un suo articolo ricorda come in questo periodo di isolamento stiamo vivendo una condizione che lui definisce “pre-traumatica”, una condizione che coinvolge diversi aspetti centrali per la nostra vita: la sicurezza fisica e la malattia, le condizioni economiche e il costo psicologico del vivere rinchiusi in casa e separati dagli altri. E questo vale per tutti quanti anche e soprattutto per coloro che oggi tutti chiamiamo Eroi (medici e operatori sanitari tutti…) e che, almeno per il momento, non hanno tempo di fermarsi. Quando tutta la tensione inizierà a scemare e si avrà più tempo per fermarsi a riflettere, ci si chiederà: “Ma è successo davvero, tutto ciò?”.
Sarà questo il momento in cui avere la possibilità di raccontare ed elaborare la propria storia che acquisirà un valore fondamentale per se stessi, per la propria stabilità emotiva. In questo periodo, risulta fondamentale acquisire un senso di sicurezza interno, un’ancora stabile che diventi una condizione necessaria da preservare, sia che si viva da soli, sia con altri.
Per ognuno di noi risulta importantissimo, quindi, prendere consapevolezza di:
COSA CI FA SENTIRE AL SICURO?
Magari è un certo tipo di musica, magari un certo tipo di lettura, magari è l’esercizio fisico, cosa ci aiuta a sentire uno stato di calma interiore?
Solo dopo aver acquisito maggior contatto con se stessi e con la propria esperienza emotiva interna, diventa più facile scegliere cosa fare o quale strada percorrere per poter veramente pensare che: “Ogni vita merita un romanzo”, anche e soprattutto la mia!
A cura di: Dott. Vincenzo Galgano